La leggenda del nostro liquore
Un viaggio tra gusto ed alchimia
Tanto tempo fa, un giovane viaggiatore, un alchimista o un erborista forse, capitò sulle montagne della Sila. Un bel giorno sul finire della luce fu sorpreso da una furiosa tempesta di neve, il freddo era pungente ma per fortuna non era lontano da un piccolo borgo dove poté ripararsi.
Qui venne accolto e riscaldato in un ambiente familiare e accogliente, mangiò e bevve buoni cibi della montagna e a fine pasto gli fu offerto un curioso dolce arrotolato. La sfoglia friabile nascondeva un cuore di noci e uva passa, impastato ad arte con aromi speziati e sapori vivaci. Ogni morso era un’esplosione di gusto ed emozioni. Stanco per il viaggio, andò a dormire e fece un lungo sonno ristoratore…
L’indomani mattina si svegliò felice e sereno, poteva riprendere il suo viaggio, ma voleva portare con sè un pezzo di quella bellissima accoglienza. Il padrone di casa, che parve avesse intuito il suo desiderio, gli donò un po’ del dolce gustato la sera prima, gli spiegò che era un prodotto speciale, preparato solo una volta l’anno con un lungo ed antico procedimento e che aveva quasi esaurito la sua provvista.
Il Giovane, contento del dono e dell’ospitalità, riprese il viaggio. Conservava il dolce e lo assaporava nei momenti di freddo o di sconforto, così che il ricordo di quella serata potesse donargli un poco di calore e serenità. Ma sapeva che quella provvista sarebbe finita di lì a breve.
Tornò quindi al villaggio e alla casa che lo aveva accolto dove confessò che era rimasto affascinato dal sapore di quel dolce e che gli sarebbe piaciuto provare ad estrarne l’essenza come aveva fatto tante volte per i fiori più rari e profumati.
Il padrone di casa non pareva sorpreso, anzi sembrava che lo stesse aspettando e gli confessò che aveva sognato il suo ritorno e gli faceva piacere che lui provasse in quell’impresa.
L’Alchimista di mise subito al lavoro, l’aroma di quel preparato era molto complesso e ricco di sfumature, non era semplice ma iniziò a macchinare con ampolle e calderoni e il suo risultato migliorava di volta in volta. Andò avanti così per diversi mesi finché un giorno con il sole alto nel cielo, guardò la sua bolla che aveva i riflessi dell’oro e ne assaggiò un po’… i suoi occhi si piegarono in un’espressione di meraviglia, la bocca si socchiuse e sorrise soddisfatto.
Capì che c’era riuscito.